Troppi falli, l'arbitro abolisce il cartellino giallo

BUENOS AIRES (Argentina) - In Estudiantes-Gimnasia l’arbitro decide “l’ammonizione non vale più”.

E per fortuna che doveva essere un’amichevole, chiamata “coppa amicizia”. Ma non è stata affatto un’amichevole. Anzi, una battaglia. In campo e fuori. Un’ulteriore prova che nel calcio argentino esistono poche partite che si possono definire con il termine di “amichevoli”. Specie quando si gioca un clasico, questi di amichevole non hanno niente, o quasi. Solo il nome in questo caso aveva di amichevole.

C’era una volta la “Copa Amistad” che in spagnolo significa amicizia. C’era una volta perché dopo l’ultima esibizione da parte di Estudiantes e di Gimnasia, le rivali storiche di La Plata, non sarà più possibile chiamarla così. Non avrebbe senso, non sarebbe più credibile. Una partita di calci e non di calcio, condita da proteste, simulazioni, spinte e botte varie, che hanno portato a otto ammonizioni e con i dieci minuti finali davvero unici e incredibili che hanno visto l’arbitro, Carlos Maglio, costretto a posare letteralmente il cartellino giallo nelle mani del quarto uomo, così da utilizzare solo il cartellino rosso per le successive scorrettezze gravi. Un gesto che ha sorpreso tutti, un gesto forse mai visto su un campo di calcio. 

La partita, per la cronaca, è finita uno a uno, ovviamente due gol che sono stati frutto di due rigori. Per il resto, come detto, alcuni sprazzi di calcio in mezzo a tanti calci e a tanti cartellini gialli, con un’interruzione di un minuto per le intemperanze dei tifosi del Gimnasia che hanno esposto e disonorato uno striscione dell’Estudiantes, tanto che il tecnico Troglio e alcuni giocatori del “Lobo” si sono diretti sotto la propria curva e dopo un faccia a faccia coi tifosi hanno riportato le cose come stavano prima. 

Al minuto’78, l’arbitro Carlos Maglio, già accusato di protagonismo e di arbitrare le partite con troppa enfasi, ha deciso di chiamare a sé il quarto uomo e con un gesto che ha lasciato tutti a bocca aperta, gli ha consegnato il cartellino giallo, pronunciando un laconico “La amarilla no juega mas” cioè “il giallo non vale più” e ai capitani delle due squadre “D’ora in avanti o rosso o niente”. Così con il solo cartellino rosso rimasto, la partita è proseguita ma non con i risultati sperati dal direttore di gara, che solo dopo cinque minuti ha espulso Damonte dell’Estudiantes. 

Alla fine l’arbitro Maglio ha spiegato che dopo otto ammonizioni la partita poteva finire anche con venti cartellini gialli e che per porre fine a quel gioco troppo scorretto ha deciso in modo tale che tutti i calciatori fossero al corrente che alla prima grave scorrettezza sarebbero andati sotto la doccia. Così è stato. Così a colpi di cartellini è iniziato ed è finito questo derby, iniziato con due cartellini e finito con uno solo. Un clasico di La Plata che tutto è stato tranne che un’amichevole.

fonte maidirecalcio.com

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